La mammella è un organo pari (due nella specie umana) e simmetrico, posto nella regione anteriore del torace, ai lati della linea mediana. L'organo è costituito in parte da tessuto cutaneo ed in parte da strutture ghiandolari che insieme vanno a costituire la ghiandola mammaria.

Patologie mammarie

Con il termine tumore della mammella si intendono ormai correntemente molte diverse condizioni di malattia di quest’organo femminile. In realtà, come tutti i tumori, anche quelli della mammella, possono essere benigni o maligni: tra i primi i più diffusi sono sicuramente i fibroadenomi e le formazioni cistiche , i secondi sono sostanzialmente i carcinomi.
I fibroadenomi sono frequenti nelle donne giovani, soprattutto in quelle che non hanno ancora avuto gravidanze. Non rappresentano un pericolo e si asportano chirurgicamente solo se crescono rapidamente di dimensioni oppure se cambiano aspetto o forma.
I carcinomi sono i tumori maligni che colpiscono la ghiandola mammaria.

Il tumore della mammella

Il cancro della mammella è il tumore più frequente tra la popolazione femminile. Pur essendo le cause tuttora sconosciute, sono stati individuati alcuni fattori di rischio: in primo luogo l’età (tant’è che oltre il 65% dei casi si riscontra in pazienti con più di 65 anni), una pregressa diagnosi di tumore del seno, il sovrappeso dopo la menopausa, il fatto di non aver avuto figli, menarca precoce o menopausa tardiva, mancanza di latte o allattamento breve.
In casi molto rari (meno di 5 su 100) la malattia è causata da mutazioni genetiche. Se i familiari colpiti dalla malattia sono due o più, e soprattutto se la malattia è stata diagnosticata in giovane età o ad ambedue le mammelle, si può sospettare un difetto genetico ereditario.
In tali casi è sufficiente un semplice prelievo di sangue per accertare la presenza di mutazioni genetiche. L’indicazione dovrebbe essere formulata da un genetista nell’ambito di una consulenza genetica.

Le tipologie più diffuse di carcinoma mammario sono:

  • Carcinoma lobulare in situ
  • Carcinoma duttale in situ
  • Carcinoma lobulare infiltrante
  • Carcinoma duttale infiltrante

Sintomi

In genere le forme iniziali di tumore del seno non provocano sintomi come fastidio o dolore.
La cosa importante è riconoscere la comparsa di eventuali noduli palpabili.
Importante segnalare al medico anche la comparsa di alterazioni del capezzolo (in fuori o in dentro), secrezioni da un capezzolo solo (se la perdita è bilaterale il più delle volte la causa è ormonale), cambiamenti della pelle (aspetto a buccia d'arancia localizzato) o della forma del seno.
La maggior parte dei tumori del seno, però, non dà segno di sé e si vede solo con la mammografia e/ ecografia.

Diagnosi

Solitamente l’iter diagnostico comprende l’esame clinico e uno o più delle metodiche elencate a seconda delle caratteristiche della malattia.

  • Mammografia
  • Ecografia
  • Risonanza magnetica nucleare (RMN)
  • Agobiopsia (Macro-agobiopsia: procedura che permette di prelevare dal nodulo mammario alcuni campioni di tessuto utilizzando un ago di calibro più grande di quello usato per l’agoaspirato.
  • Agoaspirato: procedura ambulatoriale semplice e di breve durata che permette di prelevare dal nodulo mammario un campione di cellule utilizzando un ago sottile e una siringa.)
  • Biopsia escissionale: asportazione chirurgica dell’intero nodulo, che viene poi analizzato in laboratorio. Si esegue in anestesia generale o locale in regime di day hospital.

Quando è necessario l'intervento?

Quasi tutte le donne con un tumore del seno, indipendentemente dallo stadio, subiscono un intervento chirurgico per rimuovere i tessuti malati.
Il chirurgo oncologo che vi ha in cura discute con voi il tipo di intervento più appropriato in funzione delle dimensioni e dell’eventuale diffusione del tumore.

Tipo di intervento

La tecnica chirurgica può essere:

  • conservativa: il chirurgo asporta solo il tumore con un’area di tessuto mammario circostante; oppure
  • demolitiva: il chirurgo asporta tutta la mammella.

Resezione conservativa: consiste nell’asportazione del tumore con un’ampia area di tessuto circostante (quadrantectomia) Il tessuto rimosso è inviato in laboratorio per l’esame istologico al microscopio. È seguita di solito dalla radioterapia.

Mastectomia: consiste nell’asportazione di tutta la mammella. Si rende necessaria nei casi in cui il tumore è voluminoso oppure è piccolo, ma con estesa componente intraduttale, oppure è multicentrico e multifocale.

La chirurgia dei linfonodi
L’ascella contiene circa 20 linfonodi, anche se il numero esatto varia da persona a persona. Verificare lo stato dei linfonodi del cavo ascellare omolaterale dopo l’intervento è importante per accertare se le cellule neoplastiche si sono diffuse al di fuori della mammella e per stabilire la necessità di ulteriori trattamenti. Le tecniche più utilizzate a questo scopo sono:

  • dissezione (o svuotamento) ascellare: il chirurgo asporta tutti i linfonodi.
  • biopsia del linfonodo sentinella: durante l'intervento di asportazione del tumore, il chirurgo rimuove solo il linfonodo più vicino al tumore, dopo averlo identificato mediante sostanze coloranti o radiotraccianti preventivamente iniettate. Gli altri linfonodi sono asportati soltanto nel caso in cui l’esame istologico estemporaneo accerti la presenza di cellule tumorali.
    Rispetto alla dissezione ascellare, la biopsia del linfonodo sentinella, a parità di affidabilità, riduce l’entità di alcune delle complicanze secondarie a questo tipo di chirurgia rappresentate in particolare dal linfedema, dall’insensibilità o formicolio al braccio.

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